Una giornata con Emergency

 

Sabato 23 febbraio, alle ore 10:00, in uno dei ricreatori del reparto di auxologia dell'ospedale di Piancavallo, abbiamo incontrato quattro volontari di Emergency: Mauro, Rosanna, Mimma e Duccio.

Essi ci hanno spiegato che Emergency, letteralmente vuol dire pronto soccorso, è un'associazionne di volontari che cura i feriti in guerra. Questo sostegno alle popolazioni è neutrale, cioè l'associazione aiuta tutti senza distinzione di parte.

 

Gli ospedali di Emergency hanno attrezzature tecnologicamente avanzate, hanno medici esperti, a differenza degli ospedali pubblici dei paesi in cui opera. Questi infatti sono vecchi e hanno letti arrugginiti e medici principianti. Insomma gli ospedali di Emergency sono più all'avanguardia e completamente gratuiti.

Abbiamo poi visto un filmato introduttivo di Lella Costa, esponente di Emergency, che ci spiegava quanti morti in guerra ci sono stati nella Prima e nella Seconda guerra mondiale e i morti delle guerre contemporanee. Nella Prima il 90% erano soldati, il 10% erano civili. Nella Seconda il 48% erano soldati, il 52% erano civili. Oggi invece il 10% sono soldati e il 90% sono civili.

La riflessione si è conclusa con un interrogativo: “Ma queste persone riescono a dormire durante la notte, dopo tutto quello che hanno fatto?”

Nella seconda parte dell'attività, abbiamo parlato delle vittime “dirette” e “indirette”. Le vittime “indirette” sono: feriti, amputati, vedove, orfani. Quelle “dirette” sono i morti.

Queste persone muiono o perdono gli arti anche per colpa delle mine antiuomo che vengono nascoste sotto terra oppure vengono costruite come “bombe giocattolo” colorate, per attirare l'attenzione dei bambini che le prendono in mano e dopo qualche secondo esplodono, ferendo tutti quelli che sono a distanza di qualche decina di metri da loro. Purtroppo fino al 1997, l'Italia era una dei principali paesi costruttori di questi ordigni micidiali.

A questo punto ci hanno mostrato delle immagini attraverso le quali hanno spiegato come funzionano gli ospedali di Emergency.

C'è una sola regola da rispettare: non entrare armati.

Infatti, all'ingresso di questi ospedali ci sono delle guardie disarmate e dei cartelli con la scritta “Qui si entra disarmati!”.

Per capire come intervengono i medici di Emergency abbiamo visto un video di un ragazzo di nome Soran che aveva perso una gamba a causa dell'esplosione di una mina antiuomo, ma grazie all'intervento dei medici di Emergency, quella gamba gli è stata “restituita” anche se sottoforma di protesi. Oggi Soran può condurre una vita quasi normale.

Questa attività è stata per noi molto importante perché ci ha fatto riflettere su quanto la guerra sia brutta e quanto sia drammatico perdere familiari, non muoversi più con agilità. Insomma tutto questo è colpa della guerra, delle armi, ma fortunatamente c'è chi pensa, come Emergency, a un futuro migliore senza guerre, senza morti, senza mine antiuomo.

Grazie per il vostro impegno per noi.

 

NICHOLAS e RAMONA classe 1 media di Piancavallo