Crescere Sani

 

Un nuovo libro sulle tematiche di crescita dei bambini e dei ragazzi del prof. Alessandro Sartorio, primario endocrinologo dell'Istituto Auxologico Italiano e dei suoi collaboratori (N. Marazzi, M. Genchi, R. Torelli e P. Trovato) è un'occasione per favorire l'incontro tra medicina, psicologia, pedagogia.

Presentazione del Libro

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Indice

Introduzione di J. Buckler

GLI ASPETTI MEDICI DELLA CRESCITA (a cura di Alessandro Sartorio e Nicoletta Marazzi)
1. La crescita staturale
Domande dei genitori e risposte dei medici
2. La crescita ponderale
Domande dei genitori e risposte dei medici
3.La crescita puberale
Domande dei genitori e risposte dei medici

GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLA CRESCITA (a cura di Manula Genchi)
Domande dei genitori e risposte della psicologa

GLI ASPETTI EDUCATIVI DELLA CRESCITA (a cura di Palmina Trovato e Rita Torelli)
Domande dei genitori e risposte degli insegnanti

 

PARAGRAFO TRATTO DALLA SEZIONE "ASPETTI EDUCATIVI DELLA CRESCITA"

Una metafora animale

“La verità è che uno non si conosce”(1). Con questa affermazione Borges disegna un orizzonte di senso entro il quale si iscrive ogni ricerca personale intesa come un tendere a…, come uno scoprire parti di sé, uno stabilire contatti con la propria interiorità, attraverso un lavoro di scavo e di analisi, che sarà tanto più utile quanto più è radicato nell'infanzia e nell'adolescenza. Più che dire al ragazzo chi sei, bisogna insegnargli il metodo di interrogare sempre se stesso per conoscersi, per autovalutarsi e misurare quello che gli viene offerto dall'esterno con le esigenze e i bisogni del momento. Conoscersi ci introduce sempre in attività continua di confronto, di verifica, perché ogni volta siamo chiamati a scegliere, a decidere. Quando non ci si conosce? Non tanto quando si ignorano parti di sé - questo semmai sarebbe il lavoro sull'inconscio - ma quando si fanno scelte che non corrispondono a ciò che siamo, che non calzano su di noi perfettamente, quando prevale il condizionamento, l'influsso esterno rispetto all'interno. Conoscersi perciò non è un esercizio puramente teorico. Il “conosci te stesso” della sapienza greca è prevalentemente un'operazione pratica di discernimento. Io non mi conosco se non nel momento, nell'istante in cui sono chiamato a decidere per questa o per quella cosa.

Di tale sapere, assolutamente non libresco, hanno bisogno soprattutto gli adolescenti: di qualcuno che li aiuti in questo compito che è il sentire sé, mentre i messaggi intorno e il rumore che producono tendono ad attenuare questa percezione di sé. Siamo ad un livello puramente preliminare dove non si tratta di scomodare scale di valori e concezioni etiche poiché tutto poggia su questa capacità di ascolto a cui bisogna abituare ed educare. Nello svolgimento di tale delicato compito, l'adulto è animato da una sola certezza che gli deriva dalla propria osservazione di sé: che la natura ispira le regole giuste, il modo di fare corretto. Per esempio, il non abusare di cibi, non appartiene a una scala di valori - perché il troppo mangiare sarebbe un peccato o una colpa - ma alla capacità di riconoscere il limite della sazietà come soglia dalla quale dipende il proprio benessere oppure il proprio malessere.

Nei confronti del bambino e poi del ragazzo, dunque, la prima necessità che ha l'educatore (e con questo termine non si vuole intendere una figura istituzionale) è di ristabilire e di riportare l'attenzione su di sé, di guidare all'ascolto del proprio io senza farsi distrarre da ciò che è esterno. Ecco perché l'animale simbolico che può rappresentare questo momento è il ragno. Come lui è padrone della sua tela e ne occupa sempre il centro, così per noi si tratta di ritrovare questo centro nel definire le nervature della nostra autocoscienza. Da questo animale, inoltre, occorre imparare la capacità di gestire la propria solitudine nella costruzione della rete sapendo che ogni filo è una scelta, un assenso oppure una rinuncia e concorre a definire l'equilibrio della costruzione. Ovviamente l'immagine finita è per noi un modello ideale. Come diceva Borges la verità è che uno non si conosce. Ma, per rimanere nella metafora del ragno, egli sa che il modello a cui tendere deve essere quello centrato della sua rete e non un altro caotico che non gli assicurerebbe la sopravvivenza.

 

(1) Jorge Luis Borges, Intervista presente sul sito http://www.medita.rai.it/video.aspx?id=1515


Sezione "Aspetti educativi della crescita" a cura di Palmina Trovato
in Sartorio,Marazzi, Trovato, Torelli, Genchi, Crescere sani. Vita e Pensiero, Milano 2011, p. 176